Ducati Elettrotecnica
Il capostipite della famiglia Ducati, l’ing. Antonio Cavalieri Ducati (laurea in Ingegneria Industriale al Politecnico di Milano, nel 1882) si occupava professionalmente di problemi di idraulica e di costruzioni ferroviarie. La capacità imprenditoriale dell’ingegnere e la predisposizione per la nascente elettronica del primogenito Adriano (gli altri due fratelli erano Bruno e Marcello, il più giovane) portò a fondare nel 1925 la SSR Società Scientifica Radio (con sede a Bologna) per la produzione di condensatori a mica Manes. Nel frattempo Adriano, diciottenne studente di fisica con la sua passione per la radio, costruì i suoi primi trasmettitori radio, sino a realizzare nel 1924 un collegamento Italia – Stati Uniti che gli valse il riconoscimento della Croce di Cavaliere della Corona d’Italia (a soli ventuno anni). Importanti anche i suoi successi nell’ambito dei collegamenti ad onde corte e cortissime.
La volontà di creare una vera azienda si va consolidando e nasce, nel 1926, la Società Scientifica Radio Brevetti Ducati per sfruttare i numerosi brevetti conseguiti da Adriano.
Questi eventi segnarono l’avvio dell’avventura industriale Ducati nel capoluogo emiliano.
Alla morte di Antonio Cavalieri Ducati (1927), Bruno prese il timone ampliando la produzione ad altri componenti tra i quali i condensatori variabili di alta precisione, per la produzione dei quali fu necessario impiantare una fonderia con macchinari particolari.
Nel 1932, sempre a Bologna, nell’azienda lavorano già 500 persone e si fa strada la necessità di ampliare lo stabilimento per fare fronte alla crescente richiesta di condensatori, anche da parte dell’industria elettrica che si andava sviluppando. In pochi mesi si realizzò (1935), con concetti moderni, lo stabilimento di Borgo Panigale (BO) su di un area di 120.000 mq. ed iniziò quindi l’uscita dell’azienda dagli ambiti strettamente provinciali. I fratelli Ducati mantennerò, però, sempre nella gestione aziendale quella visione positivista che li spingeva a considerare l’azienda come un motore di benessere per tutti e che doveva soprattutto sviluppare un forte senso di appartenenza anche attraverso la creazione di un Dopolavoro aziendale.
Alla fine degli anni ’30 la consistenza dei dipendenti raggiunge le 11.000 unità. Questo porterà a sviluppare e realizzare prodotti estermamente diversificati: dal binocolo marino BIMAR(licenza ZEISS), al RASELET (primo rasoio elettrico italiano); dalla DUCONTA prima macchina addizionatrice italiana, al DUFONO capostipite degli intercomunicatori aziendali; dalla Microcamera Fotografica Ducati, al Proiettore Cinematografico Ducati (passo ridotto 16 mm.). Nello stesso periodo inizia la produzione anche di apparecchi radio con una gamma che spazia dalla semplice radio al costoso complesso con giradischi. Per i relativi mobili, che ebbero una indubbia originalità, venne acquistato uno stabilimento a Parona di Valpolicella in provincia di Verona. Del “design” degli apparecchi si occuperà Marcello Ducati.
Ma Ducati voleva dire soprattutto innovazione tecnologica e per questo dal 1941, con a capo Adriano Ducati, si costituì in una località decentrata (San Ruffillo), un Centro Ricerche in cui lavoravano circa cinquanta persone altamente qualificate che già si preoccupavano di ciò che si sarebbe dovuto produrre dopo la fine della guerra.
Nel periodo bellico l’azienda dovette dedicarsi alla produzione militare (Commissariamento per le fabbricazioni di guerra) e subì bombardamenti che la danneggiarono gravemente. La ripresa (1951) vide di nuovo Ducati impegnata a produrre in tre settori:
1) Settore meccanico, produzione ciclomotori (il famoso Cucciolo del 1946)
2) Settore radio elettronico, per la produzione di condensatori ed apparecchi radio
3) Settore ottico
Nel 1954, liquidate le precedenti aziende, vengono create due Società: Ducati Elettrotecnica e Ducati Meccanica.
Da questo momento inizia un vorticoso giro di proprietà che porteranno alla progressiva disgregazione dell’azienda originaria. Ducati Elettrotecnica passa alla Finanziaria Ernesto Breda e da questa (1960) viene ceduta alla francese C.S.F (Compagnie Sans Fils). che possiede già la Microfarad di Milano. L’assorbimento di quest’ultima da parte della Ducati Elettrotecnica (che diviene Ducati Elettrotecnica Microfarad), da origine ad una azienda di quasi 3000 dipendenti. Sembrano essere ritornati gli antichi fasti ma è un risultato effimero perchè, nel 1975, il Gruppo francese decide di disfarsene e le Partecipazioni Statali la affidano alla Zanussi. Nel 1982 la Zanussi va in crisi ed è rilevata dalla Elettrolux svedese che decide a sua volta di disfarsi della Ducati. Nel 1984 nuovo “ribaltone”: nascono Ducati Radiotelecomunicazioni (settore apparecchi radio) e Ducati Energia (settore elettrotecnico). La prima delle due è ceduta dalla Zanussi alla Novel (Pero/Milano) specializzata in radiocomunicazioni. Fine della “corsa”.
Più fortunata la vicenda di Ducati Energia che, rilevata da un gruppo di industriali bolognesi, ritrovò la strada per un duraturo rilancio. Ducati Meccanica restera in Breda e seguirà (poi alla Cagiva di Varese) la sua vocazione motoristica.
(per maggiori dettagli: www.cronologia.it)
(contributo della Redazione)
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