Dati Tecnici :
produzione: Italia
anni: 1934
circuito: Supereterodina
valvole: quattro + raddrizzatrice
gamme: Onde medie
alimentazione: da rete 110-220 volt
mobile: in legno
dim.: non disponibili
produzione: numeri non disponibili
prezzo al pubblico: 600 lire
Descrizione dell’apparecchio
Ricevitore che, insieme ai suoi due fratelli Radio Balilla e Radio Roma, contribuì a creare la colonna sonora del periodo fascista in Italia. Caratteristica di questi modelli erano essenzialmente i fregi frontali che spesso vennero rimossi o alterati dopo il crollo del regime dittatoriale.
Brevi note sull’azienda
La Società Officine di Savigliano iniziò la sua attività alla fine dell’ottocento, specializzandosi in costruzioni metalliche e ferroviarie. L’enorme struttura metallica che copre i binari di testa della Stazione Centrale di Milano fu costruita appunto dalla Savigliano, così come molte altre costruzioni aeree di grande impatto. Oggi, assorbita dal Gruppo francese Alstom, prosegue l’attività nel settore ferroviario. All’inizio degli anni trenta, entrò nel settore promettente della radio puntando, come abbiamo già detto, soprattutto sul design e meno sulla innovazione tecnologica e circuitale. L’officina di assemblaggio dei ricevitori era a Torino in corso Mortara. Uscì definitivamente dal mercato una ventina di anni dopo.
Altre info&foto

In un vecchio numero del Bo-No (l’antenato della Scala Parlante) Franco Soresini presentò in una breve monografia le diverse versioni di questo famoso ricevitore. Le 14 versioni fotografate non sembrano comunque esaurire le molte varianti che si succedettero dopo le prime produzioni del 1934 (l’anno di costituzione dell’Ente Radio Rurale fu il 1937). Alcune versioni fotografate sono relative a modelli sfuggiti alla distruzione, ma comunque successivamente “censurati”.