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C.G.E. (Compagnia Generale di Elettricità)

C.G.E. nasce a Milano (1921), come filiale italiana della General Electric americana, per la costruzione di macchine elettriche di ogni tipo e potenza (motori, alternatori e trasformatori).

Verso la fine degli anni ’20, nell’ambito di questa produzione “pesante”, trovò spazio la Fabbrica Apparecchi Radio C.G.E. con una Sezione tecnica dedicata che, dopo un periodo di montaggio e commercializzazione di apparati americani (in particollare il modello R.C.A. Radiola 18, uno dei primi ricevitori ad alimentazione da rete elettrica), iniziò uno sviluppo ed una produzione locale, valendosi dei vari brevetti General Electric Company (G.E.Co.), R.C.A. e Westinghouse. Alla metà degli anni ’30, il contingentamento, conseguente alle leggi autartiche del periodo, imposero la auto-costruzione di tutti i componenti per la produzione radio. Per le impedenze, reattanze e resistenze si avvalse di una consociata, la Scotti Brioschi & C. di Novara. Negli stessi anni C.G.E fu una delle più attive produttrici di apparecchi popolari italiani (Radiorurale del 1934, Radiobalilla nel 1936 e Radio Roma nel 1939).

C.G.E. commercializzò (presumibilmente negli anni ’40) anche un ricevitore “Radiomeccano” (completo di mobile) in scatola di montaggio, per auto-costruirsi una supereterodina O.M. e/o O.C., a tre valvole (ECH4, EBL1, WE54 o AZ1) con diverse alternative per facilitare l’apprendimento della radiotecnica pratica, anche dai neofiti.

Il settore radio produsse anche apparati professionali (ricevitori e trasmettitori), apparati elettro-acustici e fotoelettrici, amplificatori, complessi per misure di A.F. ed apparecchi da proiezione per film sonoro (R.C.A. Photophone). Vide la luce anche una serie di altri fortunati apparecchi radio (Audiola, Audioletta, il Supergioiello).

Alla ripresa, dopo il conflitto, continuò la politica di produzione indipendente dalla ex casa madre. Verso la fine degli anni ’40 la produzione fu spostata a Baranzate, nei dintorni di Milano, negli stabilimenti F.I.A.R. ove si installò anche la produzione TELEFUNKEN. Alla fine degli anni ’90, dopo un passaggio di proprietà, l’attività cessò definitivamente.

Nel 1966 il grosso della produzione elettrica C.G.E. confluì in ANSALDO-San GIORGIO s.p.a.. dando origine alla ASGEN, colosso della elettromeccanica italiana.

(contributo della Redazione)

(materiale fotografico storico R.Simonetti)

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Stabilimento C.G.E. di Milano

Caratteristiche di alcuni modelli

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C.G.E. Audiola

Anno di fabbricazione :
Tipologia : apparecchio da tavolo
Circuito : Supereterodina
Valvole : 58, 2A7, 57, 2A5, 80

Altoparlante : elettrodinamico
Gamme d’onda : O.M.
Alimentazione : da rete
Mobile : in legno (sportellini in
Dimensioni in mm :

Prezzo L. n.d.
fronte

Le antine scorrevoli erano di celluloide, un materiale fragile e soggetto all’invecchiamento che nei suoi diversi colori e motivi grafici, conferiva all’apparecchio un indubbia nota di classe.

comandi

I comandi, da sinistra: Volume/accensione, Tono, Sintonia (sopra, la finestrella dell’indicazione numerica.

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telaio

Il cablaggio ed il montaggio meccanico dell’apparecchio, non erano all’altezza della sua classe.

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Al centro l’interruttore di tono che inserisce un condensatore.

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CLICCANDO SULLA COPERTINA SI VEDRÀ LA PRODUZIONE DELL’ANNO RELATIVO.

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mod. Audioletta

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Scatola di montaggio “Radiomeccano”

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La costruzione della nostra Enciclopedia si basa, per il numero dei modelli e le relative sigle, sul Manuale Angeletti (ed. 6/65) mentre, per le immagini, sui Cataloghi ANIE editi nei vari anni dal 1955. Ricordiamo che non tutte le aziende produttrici di apparecchi radio erano associate A.N.I.E. (Ass. Naz. ind. Elettriche ed Elettroniche). L’uso delle immagini A.N.I.E. garantisce l’originalità delle stesse e dei relativi dettagli, anche a scapito della loro nitidezza. Naturalmente, se disponibili, verranno pubblicate anche foto “dal vivo” ed immagini, sempre rispettose della originalità del modello illustrato.

Cliccando sulla copertina si otterranno le sigle degli apparecchi radio C.G.E. prodotti complessivamente.

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