Mivar
Il Sig. Carlo Vichi
Raccontare , sia pure in breve, la storia della Mivar è parlare di un uomo: il suo fondatore e padre-padrone, sig. Carlo Vichi. Personaggio, oggi ottuagenario, di cui si possono non condividere le visioni e le interpretazioni storiche e sociali, ma di cui si debbono riconoscere le indubbie capacità imprenditoriali di cui, oggi, si è abbondantemente persa la traccia o meglio, lo stampo. E’ stato, in un momento di sviluppo del settore radio e poi televisivo in cui la pubblicità la faceva da padrona, colui che punto sulla rete distributiva e sulla tempestività degli interventi del servizio tecnico sulla produzione per rispondere “in tempo reale” a quella che si chiamerà, poi, “customer satisfaction”. Il suo ufficio era la fabbrica, pronto a cogliere tutti i più piccoli segnali dal mercato e dall’assistenza tecnica per modificare ed adattare i processi produttivi. Progettava direttamente le postazioni di montaggio di cui in prima persona sperimentava l’efficacia. Altra caratteristica di questo vero imprenditore: tutto quello che ha costruito lo ha fatto con i propri soldi e non, come oggi si suole spesso fare, con quello degli altri (ovvero delle Banche).
Il Sig. Vichi, giovane apprendista
Ma dobbiamo tornare all’uomo per capire l’azienda. Nasce nel 1923 nella bella maremma (a Milano nel 1930) ed a quattordici anni è apprendista alla C.G.E. Dal 1941 al 1943 è alla Minerva, diretta dall’ing. Lecher. Un mondo elettronico per allora. Nel ‘45 fonda la Var (Vichi apparecchi radio). Conosce un rivenditore della Radioconi (sig. Marco Ponzoni, classe 1901, padre dell’attore Renato) che venderà la sua componentistica VAR, assieme ai suoi prodotti. Attività che riprenderà, dopo la guerra, fornendo auto-costruttori che necessitano di componenti affidabili ed a buon mercato. Inizia, anche, l’assemblaggio di piccoli apparecchi radio. Nel 1956, l’azienda si chiamerà Mivar (VAR preceduto dalla sigla MI Milano). Con l’avvento della modulazione di frequenza viene prodotto,a livello industriale, quello che si può ritenere il capostipite dei piccoli ricevitori a modulazione di frequenza (mod. Elba UCM 561). Verrà prodotto anche per altre marche (p.e. GBC).
Due anni dopo, siamo nel 1958, la televisione è ormai una realtà. La produzione si amplia e si impone il raddoppio dell’attività. A Milano, si costruisce il primo “vero” stabilimento con 400 dipendenti. Nel 1963, sulla scia del decentramento e del dilagante successo della televisione, si costruisce ad Abbiategrasso un’importante stabilimento che diverrà operante tra il 1968-70 e che occuperà 800 dipendenti. La concorrenza è agguerrita e zeppa di prestigiosi nomi, anche stranieri. Ma Mivarprosegue la sua marcia sicura, piena di molti successi commerciali. Il segreto è sempre la affidabilità tecnica, la cura della struttura distributiva e la qualità del prodotto a buon prezzo. Sino alla metà degli anni ’80 la componentistica dei televisori, tubo catodico compreso, è Philips.
Nei “momenti d’oro”, Mivar produceva circa la metà dei televisori in Italia e deteneva più del 30% del mercato.
Alla fine degli anni ’80 il grande salto verso un nuovo stabilimento (120.000 mq. di cui 30.000 coperti) che secondo il Sig. Vichi doveva: “essere una fabbrica speciale, unica al mondo, per produrre televisori con sistemi esclusivi”. Ma, seppure ultimata tra mille difficoltà (2000), la struttura resterà inattiva. Il sogno di Vichi si è infranto soprattutto contro le sue stesse convinzioni ed ideologie che non ammettevano compromessi. Niente sindacati all’interno della “sua” azienda! Oggi Mivar vive, legata a doppio filo alla resistenza del suo padre-padrone, senza eredi, e continua a produrre serie limitate di televisori LCD. Sino a quando?
Lo stabilimento di Abbiategrasso (MI)
(contributo della Redazione)
(di Luciano Macrì)
Caratteristiche di alcuni modelli
CLICCANDO SULLA COPERTINA SI VEDRÀ LA PRODUZIONE DELL’ANNO RELATIVO.
Modello ELBA UCM561; ECC85, ECH81, EF89, UABC80,
Ul84, UY85; O.M./M.F. ; dimensioni 26×16,5×13; bachelite.
La costruzione della nostra Enciclopedia si basa, per il numero dei modelli e le relative sigle, sul Manuale Angeletti (ed. 6/65) mentre, per le immagini, sui Cataloghi ANIE editi nei vari anni dal 1955. Ricordiamo che non tutte le aziende produttrici di apparecchi radio erano associate A.N.I.E. (Ass. Naz. ind. Elettriche ed Elettroniche). L’uso delle immagini A.N.I.E. garantisce l’originalità delle stesse e dei relativi dettagli, anche a scapito della loro nitidezza. Naturalmente, se disponibili, verranno pubblicate anche foto “dal vivo” ed immagini, sempre rispettose della originalità del modello illustrato.
Cliccando sulla copertina si otterranno le sigle degli apparecchi radio MiVAR (o VAR) prodotti complessivamente.