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PICCOLE AZIENDE

La produzione di apparecchiature riceventi (le “radio”) sia agli albori del settore, sia dopo la Seconda Guerra Mondiale (alla ripresa economica che segui gli orrori del terribile conflitto) molto si basò, per le sue fortune, su piccole unità, spesso a carattere artigianale.

Molte di queste entità comparvero e sparirono senza lasciare grandi tracce di sè. Tracciarne, oggi, una storia è veramente difficile, anche perchè cominciano a scarseggiare i testimoni diretti.

Vogliamo qui tentare di raccogliere ciò che ancora è reperibile, come piccole storie ed immagini sbiadite, anche se il tutto non risulterà, spesso, completo ed organico.

Ogni contributo di interesse che dovesse giungere alla redazione verrà aggiunto, con l’obiettivo di costruire, pezzo per pezzo, una “storia” che resti a testimonianza di un settore produttivo che fu importante non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello sociale.

Con la radio siamo cresciuti, come individui e come Nazione, economicamente e culturalmente.

Aziende citate: SAIR, Radio Elettro Meccanica (REM), Radio Lombarda di Voghera, Radiofonia Costruzione Trentina, FONOMECCANICA, Diapason Radio, Radio Neri, ERI, Corbetta, Altar Radio, SARRE, CREC Radio, Zenitron-ERT, CRESAL, ARGAL Radio, Radio Biagi Poli, A.R.S.

PRIMA DEGLI ANNI '30

S.A.I.R. (Soc. Anglo Italiana Radiofonia) Torino
Produsse nei primi anni ’20 apparecchiature riceventi sia a galena, sia con valvole, con una vasta gamma di apparati anche di tipo supereterodina.

Radio Elettro Meccanica (R.E.M.) Bologna
Apparecchiature a valvole di tipo tradizionale dei primi anni ’20. Continuerà negli anni ’50 con produzione di ricevitori domestici a c.a. e c.c. con marchio “Esperia”.

Radio Lombarda di Voghera
Costruzione di apparecchiature riceventi a galena ed a valvole esterne.

Radiofonia Costruzione Trentina-Fratelli Grassi Trento
Costruzione di alcune “Stazione Radio Ricevente” di tipo a valvole esterne per ricezione sia in cuffia, sia in “altisonante”.

FONOMECCANICA Studio tecnico di radiofonia Torino
Nasce nel 1926 a Torino ad opera di G. Sazia &C. La maggiore produzione fu certamente quella di amplificatori. Un catalogo del 1935 mostra una vasta gamma di questi apparati, di altoparlanti, di ampli-telefono (precuesori degli interfonici) e di microfoni. Sembrerebbe molto ridotta la produzioni di apparecchi radio. Cessò l’attivita presumibilmente agli inizi degli anni ’50.

“IN-DO” (Antonini & Dottorini)
Due ingegneri appassionati della radio e che agli inizi degli anni ’20, costruirono apparecchi riceventi di alta classe e di ricercata fattura esterna.

Radio Biagi Poli (Medicina)
Giuseppe Biagi sull’onda della notorietà acquisita con l’impresa polare, probabilmente nel 1929, entrò in società con il medicinese Luigi Poli (o forse concesse il suo nome) per la realizzazione e la vendita di radio di tipo domestico. Nulla si sa circa la durata del sodalizio, sul numero di apparecchi costruiti e sulla identità del Poli, essendosi questa famiglia trasferita a Bologna a metà degli anni ’30. Attualmente è nota l’esistenza di soli due apparati: un radioricevitore, forse prototipo, ed un’altro apparecchio alloggiato in un mobile a consolle con ante superiori scorrevoli, per permetterne l’uso. Entrambi gli apparati sono realizzati secondo una tecnica classica dell’epoca anche se abbastanza evoluta. Circuito supereterodina con otto valvole ed alimentazione da rete elettrica. Citiamo la tipologia delle valvole utilizzate: A409, A425, B406, AV415, RE134, 325VI. La provenienza e la storia del presunto prototipo non sono note. E’ certa l’attribuzione, invece, della consolle di cui si conosce anche la storia. Le bobine di accordo sono contenute in cilindri di bachelite recanti il marchio “Radio Biagi Poli Medicina” e l’apparecchio era del defunto medicinese Enrico Bragaglia (amico di Biagi) suocero dell’attuale proprietario. Inoltre all’apparecchio era originariamente unito un manoscritto autografo di Biagi, accompagnato da un frammento della “tenda rossa”. Purtroppo la busta, che li conteneva entrambi, è andata smarrita durante un trasloco.

(nota di Rino Zacchiroli)

Zenit Milano

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DOPO GLI ANNI '30

Diapason Radio Bologna
Produzione di apparecchi radio di tipo tradizionale negli anni ’50. Costruiva anche con il marchio “Parker”. Le versioni ad alimentazione a corrente continua, permettevano di soddisfare le richieste dalla campagna emiliana ancora, in quegli anni, scarsamente dotata di corrente elettrica. Produceva anche su licenza ERA il modello “Gnomo”.

(tratto da alcune note del socio Zacchiroli)

Radio Neri Bologna
Produzione di impianti di Comunicazione interna e di alcune scatole di montaggio di radiodicevitori (p.e.: mod.M.N. 259/A) su schemi e con materiale prevalentemente Geloso.

Laboratorio scientifico elettrico

E.R.I. Officine Radiotecniche Milano
La costruzione del mod. R2 (Gnomo), che fu il più piccolo ricevitore a valvole degli anni ’50, ha creato la fama attuale di questa piccola azienda, tra i collezionisti. Due valvole “rimlok”, onde medie, alimentazione in c.c e c.a. , 800 grammi di peso e dimensioni 11x8x7 cm. Veniva costruito su licenza da diverse altre aziende in Italia ed all’astero. Ne esistono almeno due varianti, di cui una ad onde corte.

Corbetta (già Radioalfa) Milano
Fondata da Sergio Corbetta agli inizi degli anni ’50, produsse bobine per gli stadi di ingresso, l’oscillatore e la media frequenza che permisero, alle piccole aziende ed agli hobbisti, la costruzione di radio ricevitori a valvole ed a transistor. La ditta Corbetta si specializzo, poi, nella fornitura di scatole di montaggio (Highvox, Olympic) e gruppi di sintonia.

Altar Radio Livorno
I due soci titolari (Mazzoni e Romagnoli) erano costruttori di macchine da cucire, bilance e registratori di cassa. Si registrarono alla Camera di Commercio di Livorno, nel luglio 1939, per un’attività di vendita e riparazione di apparecchi radio, bilance automatiche e registratori di cassa. La produzione di radio ed amplificatori si sviluppò rapidamente. Nel 1949 presentarono alla Fiera di Milano il primo modello di radio a valvole per la Vespa, contenuto in un mobiletto metallico costruito in collaborazione con la Piaggio di Pontedera. Nel periodo di massima espansione l’azienda aveva una sessantina di operai e costruiva trenta apparecchi al giorno. La struttura produttiva comprendeva l’officina meccanica, la falegnameria ed il laboratorio radio. Per un breve periodo costruirono anche televisori con materiali Geloso e Philips.

Chiuse, verso la fine degli anni ’50.

(da una nota del socio Cecchi)

Sarre Bologna
Produceva e commercializzava (anni ’50) sia apparecchi finiti (con alimentazione c.c e c.a.), sia telai premontati (Dinaphon radio) che impiegavano parti staccate di terzi e venivano forniti senza mobile e valvole.

(tratto da alcune note del socio Zacchiroli)

Crec Radio Certaldo (FI)
Fondata da Gino Ciaschi verso la fine degli anni ’30. Si dedicò alla costruzione di apparecchi radio impiegando sia scatole di montaggio complete della Geloso, sia componenti sciolti che il commercio offriva e che più si addiceva alla necessità costruttive del momento, come trasformatori di media frequenza “Corti”, gruppi di alta frequenza “Corbetta”, altoparlanti “Radioconi”, “Punto Rosso” ecc. Tutte ditte in auge negli anni fino al 1950. Gli apparecchi erano costruiti con molta cura, cosi come attenta era la scelta dei mobili. Produceva, anche, amplificatori, carica batterie e trasformatori. Alcuni schemi di apparecchi prodotti apparirono sugli schemari Angeletti della fine degli anni ’40. Apparve anche della pubblicità su Radio Industria. L’attività produttiva cessò con la morte del titolare.

(da una nota del socio Cecchi)

Cresal Poggibonsi (SI)
La ditta CRESAL ( Costruzioni Radio Elettriche Salvadori) iniziò l’attività nella prima metà degli anni ’30 nel Comune di Poggibonsi, a pochi chilometri da Siena, con la vendita di materiale elettrico e di qualche apparecchio radio. rapidamente l’attività si estese con la costruzione di scatole di montaggio e l’apertura di altri due punti vendita: uno a Siena e l’altro a Colle Val d’Elsa. Alla fine degli anni ’30 già avevano fatto stampare le decalcomanie da applicare alle valvole, con la scritta Radio Salvatori ed il nome delle tre località di vendita. Era collegata con un mobilificio di Poggibonsi che gli forniva i mobiletti per le radio ed era la stessa che li forniva anche alla ditta Ciaschi di Certaldo. Successivamente questo mobilificio, ad opera dello stesso Salvadori, produsse mobili anche per la Savigliano, in provincia di Cuneo. A sua volta la Savigliano pare favorì, subito dopo il periodo bellico, il mobilificio facendogli avere quantitativi di solvente per vernici, in quei tempi razionato. La ditta chiuse verso la fine degli anni ’50.

(da una nota del socio Cecchi)

Cresal Poggibonsi (SI)
La ditta CRESAL ( Costruzioni Radio Elettriche Salvadori) iniziò l’attività nella prima metà degli anni ’30 nel Comune di Poggibonsi, a pochi chilometri da Siena, con la vendita di materiale elettrico e di qualche apparecchio radio. rapidamente l’attività si estese con la costruzione di scatole di montaggio e l’apertura di altri due punti vendita: uno a Siena e l’altro a Colle Val d’Elsa. Alla fine degli anni ’30 già avevano fatto stampare le decalcomanie da applicare alle valvole, con la scritta Radio Salvatori ed il nome delle tre località di vendita. Era collegata con un mobilificio di Poggibonsi che gli forniva i mobiletti per le radio ed era la stessa che li forniva anche alla ditta Ciaschi di Certaldo. Successivamente questo mobilificio, ad opera dello stesso Salvadori, produsse mobili anche per la Savigliano, in provincia di Cuneo. A sua volta la Savigliano pare favorì, subito dopo il periodo bellico, il mobilificio facendogli avere quantitativi di solvente per vernici, in quei tempi razionato. La ditta chiuse verso la fine degli anni ’50.

(da una nota del socio Cecchi)

ARGAL Radio Pistoia

Questa ditta nasce nel 1943 per volontà di due soci: Biagioni e Vicenzo, entrambi senza specifica competenza radiotecnica. Dopo una decina di anni il sodalizio si scioglie e prosegue il solo Biagioni. Gli apparecchi radio prodotti venivano costruiti utilizzando, in prevalenza, materiale Geloso (medie frequenze, condensatori variabili,gruppi di alta frequenza), mentre i primi trasformatori di alimentazione venivano assemblati ritagliando a mano i lamierini ricavati dal ferro di recupero di un alternatore demolito nella centrale idroelettrica della cartiera di Lima (PG). Il laboratorio di produzione era a Pistoia, mentre i mobili venivano da una falegnameria esterna. Rimase attivo sino al 1991, gestito dal figlio Gabriele.

(da una nota del socio Bonechi)

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