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Magnadyne Radio

Il signor Paolo Dequarti iniziò ad occuparsi di costruzioni di apparecchi radio a partire dal 1922, all’età di sedici anni, in una piccola officina elettromeccanica. Interruppe l’attività per ottemperare all’obbligo del servizio militare, terminato il quale, nel 1927, riprese la sua attività appoggiandosi al sig. Mario Pesce, titolare della ditta individuale “Accumulatori OHM“.
La loro fattiva collaborazione diede vita, qualche tempo dopo, alla ditta individuale “Magnadyne Radio di Pesce Mario“. La società venne iscritta al Consiglio Provinciale delle Corporazioni, al numero 75.795, lo stesso assegnato alla preesistente ditta “Accumulatori OHM”. Il nuovo oggetto di attività, sempre con socio Dequarti, fu la costruzione di apparecchi radio, accumulatori elettrici e frigoriferi.
L’attività della Magnadyne Radio si svolgeva, in quel tempo, nei locali di via S. Ambrogio 10 (Torino), proprietà di Mario Pesce ed in un capannone antistante di proprietà del cav. Candido Viberti.

L’azienda si sviluppò rapidamente ed i suoi prodotti superarono, nelle vendite sul mercato italiano, aziende di dimensioni e mezzi notevolmente superiori quali C.G.E., Philips, Marelli e Phonola.
Nel 1935 l’azienda arrivò ad impiegare mille operai, producendo in proprio tutti i componenti dell’apparecchio radio, con la sola esclusione delle valvole, per le quali esisteva un monopolio di fatto. I criteri di produzione erano moderni: produzione industriale di serie su larga scala. Sia la parte elettronica, sia l’ebanisteria dovevano essere progettate per rendere facile la loro “replicabilità”. L’originalità dei circuiti elettrici adottati, diversi da quelli usuali, resero però la vita difficile ai radioriparatori. La stessa codifica delle valvole richiede una tabella di conversione per identificare le equivalenze.

Nel 1937 Dequarti acquistò l’intero pacchetto azionario della S.A. ing. Clemente Diena & C. modificandone successivamente la denominazione in Magnadyne S.A. Nel 1941, Pesce cedette a Dequarti le sue azioni.
Durante il secondo conflitto mondiale, lo stabilimento di via S. Ambrogio a Torino fu completamente distrutto, nel novembre 1942, da un bombardamento aereo. L’attività industriale fu sospesa per qualche mese e poi ripresa a S. Antonio di Susa, in un locale affittato dal Cotonificio Valle di Susa.

Dal 1943 al 1945 essendo, per causa della guerra, l’attività produttiva limitatissima, la maggior parte delle maestranze fu adibita alla ricostruzione delle attrezzature distrutte ed all’allestimento di nuovi banchi di lavoro e di strumenti di collaudo.
Praticamente, il momento della ripresa dell’attività produttiva si può collocare alla fine del 1945, quando furono occupati i primi capannoni costruiti dalla Magnadyne in S. Antonino di Susa.

Attorno al 1950 venne costituita l’unità produttiva NEOFAR per la produzione di condensatori elettrolitici, ceramici e mylar ed il reparto NEOHM per la fabbricazione di resistori fissi e variabili su licenza della IRC di Filadelfia U.S.A. e, successivamente, anche su licenza della C.T.S. Corporation U.S.A. Nel 1952 venne avviata la produzione di valvole termoioniche (vedi tabella equivalenze più sotto), unico componente radio, fino a quel momento, fornito da terzi. Nel 1953 venne costituita da Dequarti la società VISIOLA, con sede a Roma, per la fabbricazione di apparecchi televisivi. Nello stesso anno, veniva costituita la Holding INFIN, con sede a Friburgo, con socio accomandatario Dequarti. Gradualmente tutte le competenze societarie vennero trasferite alla nuova realtà finanziaria, finché nel 1955 la Magnadyne Radio cessava ogni attività rimanendo unicamente come marchio.

In ambito radio-televisivo sorsero, così, RADSET per la produzione di apparecchi radio (anche per altri marchi) e di telecomunicazioni, VISSET per la produzione di apparecchi televisivi e VALVEX per la produzione di valvole termoioniche. FRIMAX produceva, invece, elettrodomestici. L’attività si era notevolmente ampliata.
Le radio prodotte in quegli anni venivano commercializzate con vari marchi: MAGNADYNEKENNEDYRAIMONDVISIOLARADIOSONETERPHONBELVIS e DAMAITER.

La società INFIN continuò a produrre sino alla fine degli anni ’60 quando, nel 1969, una crisi aziendale, in parte dovuta alla contrazione dei mercati nazionali ed esteri, soprattutto del televisore, in parte alla accresciuta concorrenza ed infine per gli aumentati costi di produzione interni, portò a richiedere l’Amministrazione Controllata. Una nuova società , S.E.I.M.A.R.T., messa in piedi dall’appena costituito Ente statale GEPI (1971) per il salvataggio delle morenti aziende radiotecniche italiane, si fece carico di impianti e maestranze. Seguirono alti e bassi produttivi sino a che, nel 1998, la Magnadyne scomparve definitivamente.

(contributo della Redazione)

Bibliografia: “La Magnadyne di Sant’Antonino” S.Sacco Ed. del Graffio 2008.

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Caratteristiche di alcuni modelli

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La tabella di equivalenza tra le valvole Magnadyne e le corrispondenti americane ed europee.

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La costruzione della nostra Enciclopedia si basa, per il numero dei modelli e le relative sigle, sul Manuale Angeletti (ed. 6/65) mentre, per le immagini, sui Cataloghi ANIE editi nei vari anni dal 1955. Ricordiamo che non tutte le aziende produttrici di apparecchi radio erano associate A.N.I.E. (Ass. Naz. ind. Elettriche ed Elettroniche). L’uso delle immagini A.N.I.E. garantisce l’originalità delle stesse e dei relativi dettagli, anche a scapito della loro nitidezza. Naturalmente, se disponibili, verranno pubblicate anche foto “dal vivo” ed immagini, sempre rispettose della originalità del modello illustrato.

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