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F.A.C.E. Standard

La storia della radiotecnica italiana, possiamo dire, nasce dal settore telefonico che, tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento, incomincia ad affermarsi come mezzo di pubblica utilità. Tutto parte da un gioco di fusioni ed acquisizioni a vari livelli internazionali.

La ATT (American Telephon & Telegraph) e la ITT (International Telephon & Telegraph), due colossi della telefonia e telegrafia americani già agli inizi dello scorso secolo (la ATT aveva alle spalle i laboratori della Bell), operavano una, prevalentemente, all’interno degli Stati Uniti (ATT) e l’altra, sui mercati mondiali. La ATT (agli inizi degli anni ’20) cedette le sue attività estere alla ITT e quindi la sua succursale in Italia Western Electric Italiana (1909) che, nel frattempo, aveva assorbito, in tempi successivi, l’attività nel settore telefonico dei fratelli Gerosa. La sede produttiva iniziale fu a Milano nelle Officine Gerosa (Via Vittoria Colonna).

Da quest’operazione internazionale della ITT, nasce la Standard Electric Italiana e dalla successiva incorporazione, da parte di questa ultima, della SITI Doglio(nata nel 1917) viene creata (1935) la F.A.C.E. Standard (Fabbrica Apparecchiature per Comunicazioni Elettriche), come scorporo delle attività produttive. La sede operativa e la fabbrica saranno collocate negli ambienti S.I.T.I. in via Bodio (Milano Bovisa). La vicinanza allo scalo merci ferroviario fu strategico, ma anche drammatico perche i bombardamenti del ’43/’44 distrussero l’intero complesso. L’erede finale di questa complessa “partita a scacchi” sarà, nella seconda metà degli anni ’80, la francese Alcatel.

Nella realtà la produzione F.A.C.E. Standard di apparecchi radio civili fu praticamente inesistente, perchè la vocazione della società era esclusivamente telefonica (centrali di commutazione e ponti radio) ed orientata alle forniture militari di apparati, anche radio trasmittenti. Per questo motivo il modello Face RM6 è, con la versione radiogrammofono (RMG6), l’unico costruito negli anni successivi alla costituzione dell’azienda. Inoltre, molto probabilmente, questi due modelli non furono mai venduti al pubblico, ma solo ceduti ai dipendenti o ai Circoli Ufficiali delle Forze Armate.

S.I.T.I. Doglio.

 S.I.T.I. (Società Industrie Telefoniche Italiane) fu fondata dall’Ing.Doglio nel 1917, per rappresentare Siemens Halske in Italia e produrre su licenza apparecchi telefonici ed accessori. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, interrompendo il rapporto di rappresentanza, fece si che la neonata azienda sviluppasse il settore della telefonia campale per uso militare, traendone ottimi benefici economici.

Nel 1923 si aggiunse (con una società appositamente creata, S.A.I.R., poi incorporata) la produzione di apparecchi radio e nacquero, così, modelli “mitici” nell’immaginario collettivo. La serie (a più valvole) era in parte di impostazione tradizionale (modelli a due, tre, quattro valvole) ed in parte di sviluppi applicativi particolari (modello tropadina a sette valvole). Erano previsti anche modelli di amplificatori ed un generatore eterodina. La progettazione era affidata a due “colonne” della radiotecnica italiana: Ing.ri Del colle e Montù.

S.I.T.I. fu, però, una azienda troppo conservatrice ed andò avanti fino al 1930 a proporre sempre gli stessi modelli, mentre erano già in commercio apparecchi più moderni, alimentati direttamente dalla corrente elettrica. In centro a Milano c’era un famoso negozio di ottica e strumenti scientifici Righi che sino al 1935 continuò a vendere questi ormai vecchi apparecchi S.I.T.I. La sede iniziale dell’azienda fu a Milano in zona Città Studi ma, nel 1934 si spostò in via Bodio dove, qualche anno dopo entrerà la F.A.C.E. Standard, assorbendola. Il marchio esisterà sino al 1937, per poi sparire definitivamente.

S.A.Brevetti A.Perego.

 Al “ceppo” delle aziende radiotecniche di estrazione telefonica, appartenne anche Perego nota, negli anni’20, per i suoi sistemi di telecomunicazione a servizio delle reti di distribuzione elettrica utilizzando la tecnica delle onde convogliate. La passione per la radio del proprietario Cav. Perego e la competenza dell’ing. Seassaro, per il tempo che rimase in azienda, permise lo sviluppo di una interessante serie di apparecchi radio riceventi (Radio ARPE) rimasti famosi e rari tra gli appassionati collezionisti di radio d’epoca. L’attività radio della Perego si conclude nel 1925.

Società Italiana Lorenz Anonima (Ansaldo Lorenz Invictus)

 Per completare questa carrellata di aziende di Telecomunicazioni parleremo di S.A.Lorenz, azienda di origine tedesca che, nei primi anni ’20, fu rappresentata in Italia da questa società anonima. Poi, nel 1926, la rappresentanza passò ad Ansaldo con ragione sociale Ansaldo-Lorenz, sede a Genova Cornegliano ed uffici a Milano. Verso la fine degli anni ’30 S.A.Lorenz viene assorbita dalla Standard Elettrica Italiana (poi F.A.C.E. Standard). Il settore radio seguì una diversa strada, divenendo Ansaldo Lorenz Invictus.

Nel 1924 l’ing. Montù aveva lasciato la S.I.T.I. ed era passato alla Lorenz. Nacque così una linea di prodotti esteriormente Lorenz ma , strutturalmente S.I.T.I., sconosciuta a molti collezionisti ma dei quali il nostro prof. Soresini riusci a fare recuperare un raro cimelio a sei valvole con amplificazione diretta. La produzione Ansaldo Lorenz Invictus continuerà sino alla fine degli anni ’60.

(contributo della Redazione)

Caratteristiche di alcuni modelli

I cataloghi ANIE non comprendono i prodotti di questa Casa.

F.A.C.E. Standard mod. RM6

Anno di fabbricazione : anni ’40

Tipologia : soprammobile
Circuito : supereterodina
Valvole : EF9-ECH3-EF9-EBC3-EL3-EM4-80

Altoparlante : elettrodinamico
Gamme d’onda : medie-corte-cortissime
Alimentazione : da rete 110-220 volt
Mobile : in legno di tre tipi: noce massello, radica di noce e palissandro.
Dimensioni in mm : 680x325x325 cm. (peso 15 kg.)

Prezzo: non disponibile

Nota generale.

Le immagini dei dettagli costruttivi interni denotano chiaramente la impostazione professionale dei cablaggi, tipica di una azienda telefonica. Il gruppo di alta frequenza (una EF9 agisce da pre-amplifictrice, per assicurare la migliore resa in onde corte e cortissime) è contenuto in una scatola in fusione di alluminio. I passanti dei cavi di collegamento sono in ceramica. Il comando del variabile è realizzato con trasmissione a vite senza fine per eliminare il “gioco” di un cordino tradizionale e garantire la precisione nella operazione di sintonia. I dettagli del telaio valgono anche per il modello RMG6

L’imponente RMG6 in versione radiogrammofono. Cliccare sull’immagine per ingrandirla.

Pubblicità d’epoca della Standard Elettrica Italiana. Cliccare sull’immagine per ingrandirla.

Il raro cimelio Lorenz -SITI ritrovato qualche anno fa. Cliccare sull’immagine per ingrandirla.

Pubblicità d’epoca

La costruzione della nostra Enciclopedia si basa, per il numero dei modelli e le relative sigle, sul Manuale Angeletti (ed. 6/65) mentre, per le immagini, sui Cataloghi ANIE editi nei vari anni dal 1955. Ricordiamo che non tutte le aziende produttrici di apparecchi radio erano associate A.N.I.E. (Ass. Naz. ind. Elettriche ed Elettroniche). L’uso delle immagini A.N.I.E. garantisce l’originalità delle stesse e dei relativi dettagli, anche a scapito della loro nitidezza. Naturalmente, se disponibili, verranno pubblicate anche foto “dal vivo” ed immagini, sempre rispettose della originalità del modello illustrato.

Il manuale Angeletti non comprende i prodotti F.A.C.E. Standard e Ansaldo Invictus. I modelli F.A.C.E. sono solo due: RM6 e RMG6.

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